
La situazione dell'economia
tedesca resta debole,con una crescita del Pil nel 2025 dello
0,2%,un valore al di sotto della media europea,e un'inflazione
del 2,2%; una ripresa è ipotizzabile solo a partire dal 2026,
quando il Pil dovrebbe crescere dello 0,9%.
Lo ha comunicato oggi Monika Schnitzer che presiede il
consiglio di saggio presentando il rapporto sull'economia
tedesca per il 2025.
La situazione attuale "è caratterizzata da tendenze
protezionistiche e da una politica commerciale imprevedibile da
parte degli Stati Uniti. La crescita globale continua a
rallentare,il che è una cattiva notizia per la Germania come
nazione esportatrice",ha affermato Schnitzer che ha poi
rimarcato: "a causa dei dazi statunitensi e dell'apprezzamento
dell'euro,la nostra posizione competitiva è ulteriormente
peggiorata. La Cina sta diventando sempre più un concorrente e,
viceversa,beneficia del calo dei prezzi all'esportazione. Di
conseguenza,la produzione è in calo in quasi tutti i settori
dell'industria manifatturiera e l'attività di investimento
rimane modesta".
Tuttavia,nel rapporto si fa anche riferimento a difficoltà
interne in particolare alle politiche del governo: Gli
investimenti per il Fondo speciale per le infrastrutture e la
neutralità climatica avranno,secondo gli esperti,solo un
effetto positivo limitato sul prodotto interno lordo,poiché
"finora sono state utilizzate in gran parte per ridistribuzioni
di bilancio e per finanziare spese di consumo",come si legge
nel rapporto. "L'effetto sarebbe notevolmente maggiore se i
fondi fossero utilizzati interamente per spese aggiuntive e
investimenti".
Tra le altre raccomandazioni si cita "la costituzione di
patrimoni privati,in particolare per la previdenza
pensionistica". Ma anche un intervento sulle imposte per le
società e una maggiore equità nelle tassazioni di successioni e
donazioni,sebbene su questo tema tuttavia esistono pareri
diversi tra i saggi.