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Corea del Sud, il presidente deposto Yoon è stato arrestato

2025-01-15     IDOPRESS

Il presidente sudcoreano Yoon

Suk-yeol è stato arrestato. Lo ha riferito l'agenzia

dell'anticorruzione (Cio) di Seul,facendo così dell'ex

procuratore capo nazionale il primo presidente in carica - sia

pure sospeso dalle sue funzioni a causa della procedura di

impeachment in corso - nella storia della Corea del Sud a finire

in manette.


Yoon ha affermato di aver accettato e deciso di sottoporsi

agli interrogatori dell'anticorruzione sulla breve imposizione

della legge marziale del 3 dicembre al fine di evitare

"spargimenti di sangue". A dispetto delle "numerose illegalità

contestate all'inchiesta,ho deciso di rispondere all'ufficio

investigativo sulla corruzione",ha detto Yoon in un messaggio

video preregistrato,ribadendo di non accettare "la legalità

dell'inchiesta" e precisando che si stava adeguando "per

impedire qualsiasi sfortunato spargimento di sangue".


Gli investigatori,dopo lunghi negoziati,sono riusciti al

loro secondo tentativo ad arrestare Yoon presso la sua

residenza: il mandato di cattura "è stato eseguito alle 10:33"

(le 2:33 in Italia),ha riferito l'Ufficio d'indagine sulla

corruzione per funzionari di alto rango (Cio),l'anticorruzione

di Seul,escludendo qualsiasi ipotesi di comparizione

volontaria. Le riprese in diretta tv trasmesse anche in

streaming hanno mostrato un convoglio di veicoli,tra bus e auto

della polizia,mentre lasciava il complesso della residenza

presidenziale nel centro della capitale sudcoreana per dirigersi

verso la sede del Cio di Gwacheon,a sud di Seul.


L'anticorruzione,inoltre,non ha segnalato alcun confronto

fisico a differenza di quanto accaduto nel primo tentativo di

arresto del 3 gennaio,nel mezzo della mobilitazione di circa

3.000 agenti,parte di un'operazione che ha tenuto conto dei

possibili scontri tra oppositori e sostenitori di Yoon. La

polizia,tra l'altro,ha usato la forza per farsi largo tra la

folla formatasi di fronte alla residenza presidenziale e per

rimuovere le barricate che hanno trasformato la residenza in una

sorta di bunker negli ultimi giorni,con tanto di filo spinato

piazzato sui muri. Il precedente tentativo del Cio di arresto

era fallito dopo uno scontro di sei ore con le guardie di

sicurezza presidenziali,nel mezzo di tensioni e di timori per

un potenziale conflitto armato.


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